Raster o Vettoriale?
Quale formato utilizzare e perché.
Per chi sta approcciando al mondo della grafica, sia essa stampata che digitale, è giusto fare alcuni piccoli appunti prima di incappare in errori banali che potrebbero compromettere un qualsiasi tipo di lavoro.
In questo articolo andremo a definire gli aspetti principali di un’immagine in formato vettoriale e raster. Due tipologie ugualmente importanti ma con scopi di utilizzo differenti.

Immagine Raster
Le specifiche di questo tipo di immagine vengono date dal nome stesso, ossia raster, che in inglese vuol dire letteralmente “griglia”. Questo perché viene realizzata un’immagine composta da una griglia di punti (pixel) quadrati, ognuno dei quali racchiude una serie di informazioni sul colore. I profili di colore generalmente più utilizzati sono RGB e CMYK (dipende dall’utilizzo che se ne vuole fare, se visualizzare l’immagine sullo schermo, oppure stamparla).
La caratteristica più importante di un’immagine raster è la risoluzione, che viene calcolata dal numero di pixel che vengono contenuti in una determinata unità di misura, che lo standard porta ad essere il pollice (inch), che è un’unità di misurazione inglese. Chi è del settore, ha spesso sentito parlare di DPI di un’immagine, che non sono nient’altro Dot Per Inch, in italiano Punti Per Pollice.
Come sarà facilmente intuibile, più alto è il numero di questo rapporto, maggiore sarà la qualità dell’immagine stessa.
Grazie a queste semplici informazioni, riusciamo a capire perché a volte capita che quando andiamo ad ingrandire un’immagine, viene fuori il cosiddetto effetto “sgranato”, che non è altro che un cattivo bilanciamento del rapporto DPI rispetto alla dimensione reale che dovrà assumere l’immagine.



Quelli che vediamo sopra sono 3 loghi di altrettanti software che vengono utilizzati per lavorare con immagini di tipo raster. Il più conosciuto ed utilizzato è senza dubbio Adobe Photoshop, realizzato per foto-ritocco, foto-composizione e manipolazione delle immagini. Ma negli ultimi anni si stanno scegliendo anche alternative valide come Affinity Photo ed anche software gratuiti come GIMP, che però presenta molti limiti avendo molte meno funzionalità.
Ecco una lista dei formati di immagine generati con un software per grafica raster:
Raw – Bmp – Png – Gif – Tiff – Jpeg

Immagine Vettoriale
A differenza della grafica raster, quella vettoriale si basa su linee, punti, curve e poligoni con determinate caratteristiche. Grazie a questa particolare composizione, le immagini vettoriali possono essere ingrandite o rimpicciolite “all’infinito” senza perdere risoluzione poiché, le forme geometriche che costruiscono l’immagine vengono ogni volta rigenerate in base alla dimensione richiesta. Un’altra caratteristica principale è quella dello spazio occupato. Un’immagine vettoriale, proprio per la caratteristica composizione, occuperà decisamente meno spazio su disco rispetto ad un’immagine raster. Un’aspetto negativo è però che per realizzare delle immagini vettoriali complesse, sono ad oggi necessari macchinari e software estremamente potenti.




Questi sono i loghi dei software che maggiormente vengono utilizzati per la realizzazione di immagini vettoriali. Partiamo dalla stessa famiglia di Adobe Photoshop (utilizzato per le immagini raster) e utilizziamo Adobe Illustrato, ad oggi uno dei software più diffusi. Seguito a ruota da Affinity Designer e Corel Draw.
Tutti questi programmi vengono utilizzati per immagini vettoriali come, loghi, icone o illustrazioni.
Differente invece l’utilizzo di programmi come Autocad che vengono utilizzati per progetti CAD in ambito architettonico.
Quindi capiamo che per diverse tipologie di immagini vettoriali, vengono utilizzati software differenti.
E come per i raster, abbiamo una lista dei formati di immagine vettoriali più comuni in cui ci si possa imbattere:
.ai – .dwg
A differenza delle immagini raster, come si evince dai formati riportati, va però specificato che ogni singolo programma ha un suo formato personalizzato leggibile solo con il software con cui è stato creato (o versioni successive). C’è inoltre un formato “universale”, anche se diffuso per altri scopi, il PDF, che da la possibilità di conservare tutte le informazioni delle immagini realizzate. In modo tale da creare “portabilità” tra i diversi software e riuscire a visualizzare un’anteprima dell’immagine vettoriale anche se non si è in possesso di software specifici.
In conclusione
Bisogna ricordarsi che la realizzazione di un’immagine va studiata in base all’utilizzo che se ne dovrà fare e che raster e vettoriale appartengono a due mondi paralleli.